EDID 

EDID, questo sconosciuto......

Nelle connessioni fra apparati dedicati alla gestione di segnali video (ad esempio lettori Blu-ray, TV, sintoamplificatori AV, ecc..) lo scambio di informazioni risulta di importanza vitale al fine di ottenere il risultato desiderato, ossia la perfetta funzionalità del sistema e la conseguente visione ottimale di un qualsiasi programma. E’ pertanto evidente che, nel caso in cui questo scambio di informazioni non avvenga o non vada completamente a buon fine, il risultato sia una visione frammentata o del tutto assente, ovvero impossibile secondo le aspettative qualitative che gli apparati coinvolti potrebbero, almeno sulla carta, garantire.

L’acronimo EDID (Extended Display Identification Data) rappresenta, in quanto definibile come carta d’identità di ciascun apparecchio, l’elemento che consente ai dispositivi di “conoscersi” e comportarsi di conseguenza. Si tratta di una serie di dati strutturati che, semplificando, vengono normalmente impiegati nel colloquio fra uno schermo (TV, videoproiettore, monitor PC, ecc….) e la sorgente video ad esso collegata. Semplificando al massimo il concetto, questi dati servono alla sorgente per identificare lo schermo collegato, acquisendo le informazioni sulle sue capacità di riproduzione audio e video, ad esempio quali risoluzioni video siano supportate. Da queste informazioni l’apparato sorgente potrà sapere quale siano i migliori segnali audio e la migliore risoluzione video che potrà trasmettere avendo la certezza che lo schermo sarà in grado di riprodurli senza problemi.

Se da un lato lo scopo di aver dotato gli apparati di questi dati EDID è stato quello di rendere le connessioni fra una sorgente ed uno schermo un semplice procedura di “plug & play”, in realtà la faccenda si complica nel momento in cui ci troviamo di fronte a situazioni più articolate che prevedano la presenza di una molteplicità di schermi gestiti da apparati di commutazione o matrici audio/video, o, più semplicemente, situazioni in cui fra sorgente e schermo siano interposti altri apparecchi, come ad esempio un sintoamplificatore AV che funga da matrice video o che si occupi di una gestione separata della parte audio di un segnale AV, o come i dispositivi che intervengono a vario titolo sul percorso del segnale video per dividerlo (Splitter), gestirne le commutazioni (Switch) o trasferirlo su lunghe distanze (Extender). In tutti questi casi l’incremento delle variabili in gioco determina spesso incapacità di comunicazione o “incomprensioni” fra i dispositivi coinvolti, con il risultato che il segnale desiderato non venga riprodotto/visualizzato.

Lo scambio di informazioni fra apparati è chiamato in gergo “handshaking” digitale, ovvero una “stretta di mano” che mette d’accordo i vari dispositivi. È evidente come i dati EDID, pur non essendo le uniche informazioni scambiate fra gli apparati, rappresentino l’elemento fondamentale affinché questa stretta di mano avvenga e risulti efficace. Se ad esempio le informazioni si perdessero lungo il percorso e non arrivassero a destinazione, perché influenzate negativamente da altri apparecchi presenti lungo il percorso o anche, semplicemente, perché dato il tragitto impervio arrivassero troppo tardi (cioè a finestra di comunicazione già chiusa), i risultati sarebbero quelli già descritti: una visione assente o non conforme qualitativamente alle aspettative dell’utente e alle reali capacità degli apparati coinvolti.

edid main

Un ottimo rimedio e, soprattutto, semplice ed efficace per queste tipologie di possibili inconvenienti, è stato applicato da Blustream sulla maggior parte dei propri prodotti. Consiste nella possibilità di pre-determinare i parametri di risoluzione video e formato audio. In altre parole anticipando lo scambio di informazioni fra sorgente e schermo ponendolo più a monte lungo la catena dei prodotti coinvolti nella gestione/distribuzione del segnale AV. Se ad esempio l’informazione circa la massima risoluzione video gestibile da parte dello schermo, invece di essere comunicata da quest’ultimo (anello terminale della catena) fosse comunicata alla sorgente dal primo dispositivo presente lungo il percorso (uno di quelli citati precedentemente: splitter, switch, extender, ecc…), i tempi per l’Hand Shaking potrebbero risultare ridotti con l’assicurazione della gestione del segnale, maggiore velocità ed affidabilità.

La cosiddetta Gestione avanzata dell’EDID presente sui prodotti Blustream definisce questa possibilità e può venire attuata secondo modalità diverse a seconda della tipologia e della classe del prodotto: tramite piccoli commutatori (dip-switch) manualmente ed opportunamente configurabili secondo tabelle con le varie opzioni disponibili fornite da Blustream per ogni apparecchio, oppure, per gli apparecchi collegabili in rete, l’accessibilità alla configurazione EDID avviene tramite la loro interfaccia web o tramite apposito programma scaricabile dal sito Blustream.

EDID BS

sito blustream

Login

Effettuare il login utilizzando le proprie credenziali di accesso ricevute via e-mail a seguito della registrazione

  or   Registrati

Password dimenticata? |  Nome utente dimenticato?

×

Modulo di Registrazione



  or   Login
×