Il mercato del vinile sta vivendo una seconda giovinezza. Ristampe, nuovi LP, mercatini e shop dedicati, addirittura collane in edicola.

I motivi? Su tutti l'assoluta qualità audio su supporto analogico, ma anche la voglia di tornare ad apprezzare "il messaggio" presente all'interno di un album, cosa che la musica liquida - seppur comodissima - ha spersonalizzato. L'esempio più lampante viene dai MUSE, nota rockband inglese, che sta pensando seriamente di abbandonare il disco inteso come concept album per virare su singole tracce separate tra loro...senza più un tema o elemento comune. Intervista qui: http://bit.ly/1Q3mzim

Il ritorno al vinile comporta però annosi "compromessi" come i costi (impianto, disco, accessori) e naturalmente la loro usura e la manutenzione.

 

 

I dischi in vinile sono costituiti da una traccia (o microsolco) entro cui scorre la puntina, che vibra muovendo un piccolo magnete (o una bobina). È evidente che la qualità del suono dipende in misura enorme dallo stato di questi solchi che si possono consumare e, soprattutto, sporcare. La polvere nei solchi, in particolare, genera i famosi - e per molti apprezzati -  scricchiolii e scoppiettii tipici del vinile.

Per ovviare al problema ci si affida a macchine lavadischi. Funzionano tutte con lo stesso principio: un sistema di liquidi e spazzole lava i solchi e scioglie la polvere e lo sporco. In altre macchine, un potente aspiratore elimina i residui. Queste macchine possono costare diverse centinaia di euro (alcune superano i mille euro), ma il risultato è davvero impressionante.

Esiste anche un sistema "fai da te" estremamente economico e in grado di trasformare un disco scricchiolante in qualcosa di ascoltabile. La ricetta è semplice: colla vinilica, pennello e un po' di attenzione. In pratica si tratta di stendere un sottile strato di colla sui solchi con il pennello, evitando di coprire con la colla l'etichetta al centro del disco. Si lascia asciugare e, quando la colla diventa trasparente, si strappa la pellicola ottenuta che si porta via tutto lo sporco. E' un'operazione lunga, che richiede pazienza.

Si tratta di un trucco vecchio e noto, molto spesso odiato dagli audiofili hardcore.

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