Affrontiamo l’annosa questione dell’accoppiamento ideale fra potenza dell’amplificatore e dimensionamento dei ‪diffusori‬‬‬.
E’ molto importante cercare di capire quale possa essere il miglior dimensionamento dell’amplificatore nei confronti tanto dell’ambiente che si vuole sonorizzare, quanto delle caratteristiche dichiarate sul dato di potenza.

xia-160-se-1024x512

 
Un comune ‪amplificatore‬‬‬ in classe AB ha generalmente un’efficienza attorno al 60%, il resto dell’energia viene dissipata a vario titolo. Allora come è possibile che un moderno sintoamplificatore che dichiara 100 watt su sette canali, assorbe poi dalla rete 550 watt massimi?
Facciamo due conti. 100 watt per 7 canali sono 700 watt, con il 60% di efficienza sono 980 watt assorbiti, molto distanti dai 550 watt dichiarati. E allora qual’è l’arcano, considerando anche che un sintoamplificatore ha anche numerosi circuiti, tra preamplificazione e servizi, che consumano ulteriore energia?
In realtà, ogni sezione di potenza di quelle 7 citate nell’esempio è in grado di erogare 100 watt, in rapporto alla tensione di alimentazione fornita dai circuiti di alimentazione del sintoamplificatore, ma non possono semplicemente farlo all’unisono.
Infatti nei contenuti audio cinematografici è impossibile che ci sia una richiesta di energia identica, per 100 watt, per tutti e 7 i canali simultaneamente. La cosa semmai accadrà in modo progressivo: prima il centrale, con una voce, poi i laterali con uno scoppio, quindi i posteriori o i laterali d’appoggio.
Ciò che diventa importante in questi frangenti è disporre di condensatori di filtraggio ben dimensionati, che fungano sempre da riserva energetica pronta e disponibile in ogni condizione, tanto da far fronte a richieste di assorbimento continue, senza dubbio più pressanti di quanto non possa essere con un normale amplificatore stereofonico.
Ma veniamo ora al dimensionamento dei diffusori, sfatando anche alcuni miti. Per fare questo dobbiamo brevemente parlare di distorsione e dei suoi deleteri effetti. Quando un amplificatore da 10 watt trova al suo ingresso un picco musicale che lo costringe a erogare una potenza maggiore della sua massima esso, non potendo fare altro, erogherà per il tempo del picco, in regime continuo, solo i 10 watt di cui è capace. Questo tempo non durerà solo l’attimo del picco musicale, ma tanto quanto il tempo di salita e discesa dell’onda di quel picco, che è un periodo notevolmente superiore al picco stesso.
Abbiamo quindi sottoposto il diffusore e altoparlante a un segnale continuo per un tempo sicuramente molto più lungo di quanto fosse in realtà richiesto dal fenomeno.
E’ molto importante capire questo concetto. Un amplificatore da 50 watt avrebbe gestito quel picco senza alcuna incertezza, esponendo l’altoparlante solo per un attimo a quella potenza, mentre un amplificatore meno potente - dovendo affrontare una condizione di pilotaggio che va oltre i propri limiti - dà quel che può, fin dove può, erogando al diffusore una potenza inferiore, ma per un tempo maggiore. In quel momento l’ascoltatore avvertirà una forte sensazione di compressione dinamica, non dovuta al limite meccanico dell’altoparlante, bensì a quello elettrico dell’amplificatore.
Questa energia “sprecata” può causare agli altoparlanti danni di vario tipo. Quelli che comunemente vengono definiti “effetto fusibile” e “frittura”, che però approfondiremo nel prossimo AudioTips
(Tratto da "Il libro bianco dell'HOME TECHNOLOGY" realizzato dalla redazione di HC Home Comfort & Design)

Login

Effettuare il login utilizzando le proprie credenziali di accesso ricevute via e-mail a seguito della registrazione

  or   Registrati

Password dimenticata? |  Nome utente dimenticato?

×

Modulo di Registrazione



  or   Login
×